di Redazione

Il periodo napoleonico è certamente stato studiato in ogni dettaglio; ma, per quanto concerne il Piemonte, ci sono ancora molti aspetti che devono essere approfonditi. Tenta di fornire qualche nuovo spunto di riflessione il saggio di Giorgio Enrico Cavallo, La Tirannia della Libertà: il Piemonte dai Savoia a Napoleone (Chiaramonte Editore, 2016). Un testo che focalizza l’attenzione del lettore specialmente sul periodo giacobino (1796-1799), durante il quale il Piemonte fu attraversato dalle armate rivoluzionarie francesi.

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I soprusi dell’esercito invasore trovano ampio spazio nelle citazioni di archivio riportate dall’autore: si abbattono in questo modo molti miti legati alla rivoluzione francese, che nelle intenzioni voleva portare la libertà, ma che nella pratica portò violenza, saccheggi e morte. I francesi costrinsero poi in modo subdolo il re Carlo Emanuele IV all’esilio: il debole re sabaudo non era in grado di resistere alle forze rivoluzionarie. Anche in questo caso, le macchinazioni dei francesi sono ben spiegate nell’opera, dove emerge parimenti che il governo piemontese fu lasciato solo, abbandonato anche dagli alleati austriaci ed inglesi. Si tratta di avvenimenti passati in secondo piano: gli storici si sono soffermati più sulle vittorie di Napoleone che sui patimenti dei popoli sconfitti.

La storiografia precedente ha spesso trattato in modo parziale il periodo napoleonico in Piemonte. Michele Ruggiero ha esaminato specialmente le figure dei briganti (La storia dei briganti piemontesi, 1796-1814) e le rivolte dei contadini (La rivolta dei contadini piemontesi, 1796-1804); successivamente, Giorgio Vaccarino ha approfondito magistralmente le figure dei giacobini (I giacobini piemontesi); tuttavia, mancava ancora uno studio che riassumesse in maniera chiara e precisa tutta l’epopea napoleonica in terra subalpina.

Molte figure storiche, pittoresche e curiose, vengono descritte nel saggio di Cavallo: come Branda Lucioni, maggiore delle forze imperiali, che guidò i contadini durante l’insorgenza del 1799; o, successivamente, Mayno della Spinetta, il celebre brigante alessandrino.

Il testo di Cavallo si presenta in fondo come utile supporto per chiunque voglia approfondire queste tematiche: a ciò concorre anche l’utile appendice che contiene le biografie dei principali protagonisti di questi anni difficili; si tratta di personaggi spesso poco conosciuti e che in molti casi non hanno mai avuto nemmeno uno studio approfondito che ne riporti ai contemporanei la vita e le opere.

Giorgio Enrico Cavallo, La tirannia della libertà: il Piemonte dai Savoia a Napoleone,

Ed. Chiaramonte, 2016 (25 euro)

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