di Paolo Barosso

Già documentato nel Seicento nei libri contabili dei conti Roero, il vitigno Favorita, a bacca bianca, è oggi presente in diverse aree a vocazione vitivinicola del Piemonte, in particolare sulle colline del Roero, con zone storiche di produzione nei comuni di Corneliano e Vezza, ma anche nelle Langhe, nell’Astigiano, con presenze più significative nel circondario di Canelli, e sui colli tortonesi.

Grappolo maturo di uva Favorita – ph cascina Ciapat

Recenti indagini genetiche hanno confermato una corrispondenza tra l’uva conosciuta in Piemonte come Favorita, ma localmente anche con altri appellativi, ad esempio “Formentin”, perché il bel colore giallo dorato (o ambrato) dell’acino maturo evoca l’intensità cromatica del grano al momento della mietitura (forment in piemontese è il frumento, formentin il grano saraceno), e il vitigno Vermentino, strettamente imparentato con il Pigato, entrambi coltivati nella Riviera ligure.

Distesa di vigneti nella zona del Barbaresco DOCG – ph Pelissero

Da questa classificazione del vitigno Favorita come biotipo del Vermentino deriva l’ipotesi che le prime barbatelle di quest’uva proveniente dal mare siano giunte sulle colline piemontesi lungo le vie del commercio del sale e delle acciughe, quella rete di itinerari percorsi dai montanari, specialmente originari della valle Maira, che, terminata la stagione dei lavori agricoli, lasciavano i loro villaggi alpini per recarsi nei porti provenzali e liguri allo scopo di approvvigionarsi di pesce sotto sale (gli ancioé) e rivenderlo nei mercati e nelle cascine del Piemonte e della pianura padana.  

Gli acini “piuttosto grossi” e rotondi tipici del vitigno Favorita – ph Massucco

Il vitigno, storicamente radicato in Liguria, ma dall’origine incerta (forse iberica), si acclimatò molto bene sulle colline piemontesi, trovando l’habitat ideale nei terreni sabbiosi e assolati che digradano verso il Tanaro e diffondendosi soprattutto nelle antiche terre dei Roero, potente famiglia d’origine astigiana, proprietaria di molti feudi e castelli sulla sinistra Tanaro, che finì per dare il suo nome all’intero territorio collinare.

Qui la varietà, apprezzata per la robustezza e per la buona resistenza alle malattie, incontrò in tempi brevi il gradimento dei contadini, che ne apprezzarono a tal punto le caratteristiche varietali e le qualità organolettiche da assegnarle l’appellativo di uva “favorita”, vale a dire prediletta, e da questa affettuosa consuetudine onomastica prese origine il nome ufficiale del vitigno.   

Grappolo di uva Favorita al momento della vendemmia – ph Massucco

Come annotava nel 1918 l’enologo Federico Martinotti, direttore della Regia Stazione enologica di Asti, nel “Giornale Vinicolo Italiano”, fu la produttività dell’uva Favorita, in combinazione con fattori estetici, come l’aspetto piacevole del grappolo, “poco serrato”, cioè poco compatto (spargolo), e gli acini rotondi e “piuttosto grossi”, e la serbevolezza dei grappoli, che maturano tra fine settembre e il principio di ottobre, conservandosi bene durante l’inverno, a decretarne il successo come uva da mensa, che veniva abitualmente trasportata e venduta nei mercati di Torino.

Filari di Favorita – ph Massucco

La vocazione del Favorita come uva da tavola non impedì, però, l’uso del vitigno per la vinificazione, sovente in assemblaggio con altre uve a bacca bianca (tipicamente l’Arneis), com’era abitudine un tempo, o impiegandolo per tagli di vini rossi, in cui era fatto entrare in discreta percentuale per la sua capacità di conferire al prodotto “maggior finezza”.

Risulta documentato l’impiego dell’uva Favorita anche per la spumantizzazione e per la produzione di vino da messa, ambito in cui si specializzò la Cantina Sociale Cattolica fondata a Vezza d’Alba nel 1901.   

Vigneto Vanotu nella zona del Barbaresco DOCG – ph Pelissero

Malgrado le fortune ottocentesche come uva da tavola e i buoni risultati nella vinificazione, la Favorita conobbe, verso la metà del Novecento, un periodo di grave decadenza, che si aggravò negli anni, portando i coltivatori a preferire altre uve bianche, come l’Arneis, con ripercussioni negative sull’immagine e sulla reputazione di quest’uva tradizionale.  

Bisogna attendere gli anni Settanta del secolo scorso per assistere ai primi tentativi di rinascita, con la rivalutazione progressiva del vitigno Favorita come uva da vinificazione, apprezzata anche per la capacità di resistere alle punte di caldo estivo, oggi più intense e frequenti di un tempo. Oggi sono una cinquantina i produttori del vino Favorita, distribuiti in particolare tra Langhe, Roero e colli tortonesi.  

La cantina Pelissero a Treiso nelle Langhe del Barbaresco – ph Pelissero

Abbiamo selezionato tre produttori di Favorita, uno nelle Langhe e due nel Roero.

Il primo è Pelissero, che dal 1960, insieme con la famiglia, produce vini piemontesi a Treiso, nel cuore della zona del Barbaresco Docg, esportando i suoi prodotti in oltre 60 Paesi del mondo. L’azienda dispone di 42 ettari di vigneti, per l’85% dedicati alla coltivazione di Barbera, Dolcetto e Nebbiolo, ma uno spazio importante è riservato al vitigno Favorita che, crescendo su terreni adatti alla produzione del Barbaresco, dà origine a un vino, rientrante nella DOC Langhe, dotato di struttura, complessità e persistenza.

Le caratteristiche del Favorita di Pelissero, che rivela una discreta tenuta nel tempo, smentiscono la nomea di vino “facile”, di pronta beva, che nei decenni passati ha contribuito a incrinare l’immagine di questo prodotto, rendendolo sicuramente meno “competitivo” rispetto all’Arneis.   

Grappolo di Favorita – ph cascina Ciapat

Spostiamoci adesso sul versante orografico sinistro del Tanaro, dove i suoli sabbiosi e asciutti del Roero, mescolati all’arenaria, roccia sedimentaria di origine marina, si sono rivelati particolarmente idonei alla coltivazione del vitigno Favorita, in quanto la particolare composizione frena la forte vigoria vegetativa tipica della varietà, favorendo la piena maturazione del grappolo dorato, mentre terreni compatti, come evidenziano gli esperti, agevolano i deleteri attacchi del marciume grigio.

Grappolo di Favorita (a sinistra), spargolo (non compatto) e con acini grossi, messo a confronto con un grappolo di Arneis, compatto e con acini piccoli – ph cascina Ciapat

Tra le Rocche del Roero, a Montaldo, troviamo Cascina Ciapat, azienda a conduzione famigliare fondata nel 1850 dal bisnonno degli attuali titolari. Oggi conta su circa 13 ettari di vigneto, piuttosto frazionati e distribuiti tra i comuni di Monteu Roero, Montaldo, Vezza d’Alba, Baldissero d’Alba e Corneliano d’Alba. 

Su questi assolati e scoscesi sorì roerini, dai terreni ricchi di calcare e argilla, maturano le uve da cui l’azienda ricava il suo Langhe DOC Favorita, che si consiglia di bere giovane, entro i primi 15 mesi di vita, perché è proprio in questo periodo che esprime al massimo il ricco corredo varietale di sapori e di profumi, bilanciando al meglio l’acidità.

Concludiamo questo breve tour, necessariamente limitato per ragioni di spazio, con l’ultima delle tre aziende, che troviamo, sempre rimanendo nei confini del Roero, nel territorio comunale di Castagnito, tra colline punteggiate di vigneti, frutteti e noccioleti.

In questo bellissimo scenario, dove natura e azione antropica si integrano armonicamente, la famiglia Massucco gestisce da quattro generazioni l’omonima cantina.

Vendemmia dell’uva Favorita nei vigneti dell’azienda vinicola Massucco (Castagnito)

Nell’ampia rosa di vini aziendali, rossi, bianchi, rosati e spumanti, molti dei quali insigniti di prestigiosi riconoscimenti internazionali, vi è naturalmente il Langhe DOC Favorita, prodotto al 100% con uve Favorita, che crescono e maturano su terreni argillosi con marne sabbiose, tipiche del Roero.

Ne deriva un vino da bere fresco e giovane, dal colore giallo paglierino tenue con riflessi erbacei, profumi ampi e intensi e gradevole vena acidula al palato, tendente a sfumare nel retrogusto amarognolo.  

Per informazioni, visite in cantina e acquisti:

Azienda vinicola Massucco a Castagnito (Cn)

Cascina Ciapat a Montaldo Roero (Cn)

Cantina Pelissero a Treiso (Cn)