di Paolo Barosso

Il territorio di Carignano, nella fertile pianura agricola a sud di Torino, conserva numerose testimonianze di architettura fortificata. Tra queste, ci soffermiamo su un singolare edificio medievale, variamente definito dagli studiosi come “casaforte”, “dongione” o “insediamento rurale fortificato”, ubicato nella località di La Gorra (chiamata anche “Zucchea”), frazione del comune di Carignano.

Il toponimo di La Gorra è di origine antica e, tra i secoli XI e XII, designava una vasta area rurale ben irrigata dai corsi d’acqua compresa tra il fiume Po e i torrenti Banna e Stellone. Da quest’ultimo corso d’acqua deriva il nome di “Villastellone“, centro fondato secondo il Casalis negli anni Trenta del Duecento come “villanova” nell’ambito della politica espansionistica del comune di Chieri, che designò in origine la località, situata in una zona in precedenza appartenuta ai cavalieri Templari di San Martino della Gorra, con l’appellativo di “San Martino dello Stellone“, poi mutato appunto nell’odierno “Villastellone”.

L’edificio fortificato di La Gorra, inserito da tempo immemorabile nel territorio di pertinenza di Carignano, venne fondato probabilmente (non v’è certezza documentale) al principio del XIV secolo per iniziativa dei Provana, una delle più antiche e prestigiose famiglie della nobiltà piemontese, che condivideva l’investitura del feudo di Carignano con i marchesi di Romagnano, entrambi legati da rapporti di vassallaggio con i principi di Savoia-Acaia, signori del Piemonte.

La “casaforte” di La Gorra, come viene definita in alcuni testi, è costruita in laterizio e si presenta come un massiccio parallelepipedo, provvisto nella parte sommitale di un coronamento a merlatura bifida o “a coda di rondine” (cioè ghibellina), poi coperto da un tetto, che svetta nel panorama della campagna carignanese, configurandosi come vero e proprio “landmark“, punto di riferimento visuale, storico e paesaggistico, meritevole di tutela e valorizzazione a fini turistici.

Nel terzo tomo di Flavio Conti sui Castelli del Piemonte (serie Gőrlich, 1975), si qualifica l’edificio medievale di La Gorra come “dongione“, dal francese “donjon”, a sua volta derivato dalla corruzione del latino “dominium”, una tipologia architettonica molto diffusa nel nord della Francia e in Inghilterra, ma poco presente in Piemonte, dove si osservano gli esempi di Carbonara Scrivia, Serralunga d’Alba e appunto La Gorra a Carignano.

Con il termine “dongione” s’intende una struttura fortificata, somigliante a una grossa casa-torre a pianta quadrangolare, adibita di per sé sola alla funzione di residenza per il signore e nel contempo di presidio difensivo, senza l’aggiunta (se non posteriore) di torri, cinte murarie o altri elementi.

Nell’Atlante Castellano della provincia di Torino (Celid, 2007), si predilige invece la classificazione del possente parallelepipedo di La Gorra come “insediamento rurale fortificato“, sulla scorta di esempi simili diffusi nell’Europa nord-occidentale, avente funzioni di deposito protetto per l’immagazzinamento e la conservazione di granaglie e derrate alimentari.

La struttura, come annota uno storico locale (Piola) basandosi su documenti di archivio, venne anche adoperata, in caso di guerra e in certi periodi, dal comune di Carignano come sede temporanea di una guarnigione militare per il presidio del territorio.