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Proseguiamo l’itinerario in Monferrato in compagnia di Giovanni Dughera con la visita della possente fortezza di Verrua Savoia, posta su un’altura dominante la confluenza di Po e Dora Baltea, e del castello di Gabiano, degno di nota sia per la magnifica posizione panoramica sulla pianura delle risaie e sulla catena alpina, sia per il parco con il famoso labirinto di bossi.
Scendiamo nel piano di Brusasco nuova e proseguiamo in direzione Crescentino-Verrua.
Nei pressi del ponte sul Po, sul quale si può fare una breve camminata per ammirare il grande fiume, saliamo a Verrua Savoia.
Fortezze. Qui in una piana con lievi ondulazioni verdeggianti si eleva ciò che resta della gloriosa Fortezza di Verrua Savoia, recentemente restaurata, impennata poderosa di bastioni in cotto, posta sul ciglio di burroni scoscesi sul Po e sulla pianura risicola.

Della ricca storia della fortezza notiamo alcune date salienti: è del 999 il primo documento riguardante il luogo di Verrua; nel 1159 il castello ospita l’imperatore Federico Barbarossa, che lo distrugge poi nel 1167; nel 1319 è fortificata dal vescovo di Vercelli; nel 1617, quando i Savoia si erano ormai consolidati nella nuova capitale, Torino, risultano interventi sulle fortificazioni ad opera di Carlo di Castellamonte; nel 1665 altri interventi promossi da Carlo Emanuele II di Savoia; nel 1704 (1706 assedio di Torino) i Francesi assediano e conquistano la fortezza, distruggendone gran parte.
Dalla piazzaforte della fortezza, circolare, lo sguardo spazia a 360° sulla vasta piana orlata dall’anfiteatro alpino, una posizione eccezionale per scopi bellici e ora puramente panoramica, sebbene la fortezza conosca dopo il restauro nuovi riusi.

Qui la Storia ci entra prepotentemente dentro, quella di una dinastia prettamente militaresca come fu quella dei Savoia. Pare ancora di vedere i soldati di guardia alla fortezza e gli eserciti che si fronteggiano nelle terre del Po che vanno a sconfinare nella Lombardia.
Seguiamo il corso sinuoso del Po, le sue anse che sembrano perdersi dove l’occhio umano non arriva e lasciamo la fortezza.

A Valentino, frazione di Verrua, un giardino “segreto”, in realtà visibile dall’esterno, presenta uno squisito disegno di bossi disposti a stella, uno dentro l’altro, che si rimpiccioliscono intorno a un albero centrale. Forse un rimando alla pianta delle numerose fortezze del Piemonte o a Verrua stessa. Il verde intenso, raccolto nel giardino di una vecchia casa quasi fiabesca, dei bossi così disposti in tutte le direzioni pare un invito a proseguire verso le colline circostanti.
Non lontano da Verrua merita una visita il castello di Gabiano, col suo famoso labirinto di bossi nel parco, costruito dai marchesi Durazzo Pallavicino, similmente a quello della loro villa a Genova Pegli.

Il labirinto era basato inizialmente sul mito del Minotauro di Creta – il “dedalo” – che re Minosse fece costruire da Dedalo per imprigionarvi il Minotauro, consistente in un complesso percorso costruito da siepi alte, spesso a spirale verso il centro, nel quale ci si potrebbe anche “perdere”. In epoca romana un semplice disegno dei mosaici, in età cristiana diventa il simbolo della difficoltosa via della salvezza: famoso il labirinto del pavimento della cattedrale di Reims, non vegetale ovviamente, e quelli del Rinascimento, che inventò il labirinto di vegetazione. In epoche successive nei labirinti inglesi gli amanti indugiavano in galanti inseguimenti tra le siepi. Celebre quello della reggia di Versailles (1667).

Il castello, apparentemente, parrebbe frutto di quella rivisitazione architettonica ottocentesca, e ricostruzione in chiave neomedioevale che vediamo in altre parti del Piemonte, in realtà venne costruito tra il 1908 e il 1935: ma siamo, temporalmente, almeno in relazione all’inizio dei lavori, poco più in avanti della datazione del Borgo Medievale di Torino. La vista che si gode dal castello sulle Alpi e la pianura è fantastica, e curioso è come il Po ricordi il Fiume Giallo riprodotto in certe illustrazioni e decorazioni cinesi.

Il castello possiede uno scenografico vigneto che dà i suoi buoni frutti: vino acquistabile presso il castello (suggestiva la “barricaia”, da barrique-botte, locale in cui avviene l’affinamento del vino in botti di legno). www.castellodigabiano.com tel.0142.9450.04

Tra Verrua e Marcorengo la strada serpeggia sinuosa tra i boschi, parendo quasi voler nascondere il dipanarsi, l’allargarsi come di una veste, del manto di colline che troveremo a Marcorengo e alla sottostante cappella di S. Orsola. Verso valle si scorge il “Luogo” di Brusasco già visitato.

Nota della redazione: ricordiamo che Verrua Savoia e Gabiano sono zone rinomate anche per la produzione vinicola. In particolare a Verrua opera l’azienda Il Girapoggio che ricava dalla sua Vigna Nuova, composta per l’85% da uve Barbera e per il restante 15% da Merlot, l’omonimo vino, Il Girapoggio, rientrante nella Doc Collina Torinese Barbera. Nelle cantine del castello di Gabiano, invece, si produce il raro Gabiano, una delle Doc più piccole e rare del Piemonte che, secondo il disciplinare, si ottiene dal 90/95% di uve Barbera in concorrenza con una quota massima del 5/10% di Freisa e/o Grignolino, coltivate esclusivamente nei comuni di Gabiano e Moncestino.
Per maggiori informazioni sulla produzione alimentare e vinicola di Verrua e dintorni, clicca qui: Verrua Savoia, vino, fragole e fortezza
Abbiamo letto con grande piacere l’articolo e vi ringraziamo per l’accurata descrizione del Castello di Gabiano.
I nostri complimenti!
Katia per Castello di Gabiano
Siamo noi che vi ringraziamo per aver letto e apprezzato l’articolo e speriamo vogliate continuare a seguirci nel nostro viaggio alla scoperta del Piemonte e delle sue tante bellezze