di Paolo Barosso
Spegne quest’anno 600 candeline il “Drapò” del Piemonte, lo storico vessillo rappresentativo del nostro territorio, adottato dal novembre 1995 quale bandiera ufficiale della Regione Piemonte. Nel testo legislativo si descrive la bandiera come costituita da “croce bianca in campo rosso a lambello blu con contorno blu e frangia oro”, precisando che i colori riprendono quelli già presenti nel gonfalone e nello stemma adottati con legge regionale del 1984.

La bandiera del Piemonte, che afferma con forza un’identità culturale e storica formatasi nel corso dei secoli, ricalca, quindi, nella sua sostanza (salvo alcune aggiunte, come il contorno blu e la frangia oro), l’arme araldica del principato di Piemonte, comparsa per la prima volta nel 1424 quando il duca di Savoia Amedeo VIII, a seguito dell’accorpamento dei territori piemontesi in precedenza (fino al 1418) governati dal ramo cadetto dei Savoia-Acaia, conferì il titolo di principe di Piemonte al figlio primogenito Amedeo junior.
In occasione della cerimonia di investitura, svoltasi il 15 agosto 1424 nella piazza principale di Thonon nel Chiablese sabaudo, venne annunciato al neo-proclamato principe di Piemonte il suo nuovo stemma, che ricalcava l’arme di “Savoia moderna”, composta dalla croce d’argento (o bianca, in quanto in araldica i due colori si equivalgono) in campo rosso cui si aggiunse come elemento distintivo l’ormai celebre “lambello” di colore azzurro (l’azzurro, oltre ad essere un richiamo alla devozione mariana, era il colore dinastico dei Savoia fin dai tempi del Conte Verde).

Il lambello, che caratterizzava lo stemma del principe di Piemonte, e che ritroviamo nella bandiera piemontese, è nel linguaggio araldico una “brisura”, cioè un segno grafico che serve a “spezzare” l’arme indicando la posizione di un individuo in seno alla linea di successione o un ramo cadetto all’interno di una casata. Più specificamente, il lambello è una figura geometrica composta da un listello orizzontale provvisto di più gocce o pendenti (nel caso del Piemonte i pendenti sono tre) che veniva normalmente aggiunto all’arme di famiglia dai figli primogeniti durante l’esistenza in vita del padre. Segnaliamo anche che l’arme cosiddetta di “Savoia moderna” cominciò a comparire sugli scudi sabaudi intorno alla metà del Duecento fino a sostituire l’arme di “Savoia antica”, costituita dall’aquila nera imperiale in campo d’oro (giallo).
Con il tempo, lo stemma che il principe di Piemonte esibiva in quanto primogenito del duca di Savoia passò a identificare anche l’entità territoriale a lui assegnata in appannaggio, andando a rappresentare il Piemonte come area geografica e amministrativa a sé stante, che ovviamente, in origine, aveva un’estensione più limitata rispetto a quella che siamo abituati a considerare oggi e che è il risultato di acquisizioni successive.

Per celebrare l’importante ricorrenza, il Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con l’Associassion Festa del Piemont al Còl ëd l’Assieta, il Museo nazionale del Risorgimento di Torino e l’associazione culturale Linguadoc, hanno lanciato in occasione di San Valentino la campagna “Drapò 600 anni d’amore”, che prevede una serie di appuntamenti – conferenze, concerti, pubblicazioni dedicate e performance artistiche – volte a sottolineare il valore storico, culturale, identitario e sentimentale della bandiera piemontese.
“La Campagna “Drapò 600 anni d’amore” – dichiara il presidente del Consiglio Regionale Stefano Allasia – è un’occasione unica per celebrare un simbolo così significativo per il Piemonte. È un invito a riscoprire il nostro patrimonio storico e culturale, a riappropriarci delle nostre radici e a trasmettere alle future generazioni l’amore nutrito per la nostra terra. Per questo non c’era occasione migliore che la giornata di san Valentino per dare il via alle celebrazioni”.

Ecco il calendario delle iniziative:
21 febbraio 2024, ore 11 | Salone delle Guardie Svizzere – Palazzo Reale, Presentazione del libro “Ël Drapò” | Storie e curiosità intorno alla bandiera del Piemonte”, Michele D’Andrea e Enrico Ricchiardi, Centro Studi Piemontesi
26 febbraio 2024, ore 21 | Conservatorio Giuseppe Verdi, Piazza Bodoni, “Ël Drapò”, Grande Concerto popolare per i 6oo anni della nostra bandiera
Stati Generali della cultura piemontese | Festival dell’identità e del popolo piemontese al Circolo dei Lettori, Via Bogino 9:
1° marzo 2024, ore 9.30 | Convegno “La Lingua piemontese, la Storia del Piemonte, la Letteratura e la Poesia in Lingua piemontese, le minoranze linguistiche. Oggi la Lingua piemontese è ancora viva?”
2 marzo 2024, ore 9.30 | Convegno “Letteratura, cinema, teatro, musica, arte in Piemonte. Scritti, opere, personaggi, scrittori e giornalisti che hanno posto le radici culturali del territorio come punto fondante della loro attività”
2 marzo 2024, ore 20.30 | Spettacolo Musicale in Lingua piemontese e premio a Susanna Egri

“La Storia ch’as bogia” | Rassegna di Gruppi Storici e Folkloristici piemontese, Venaria Reale
10 marzo 2024, ore 10 | Esibizioni nelle piazze della città
ore 14 | Grande Corteo storico lungo il centro di Venaria Reale, fino alla Corte d’Onore della Reggia. A seguire, cambio solenne della Guardia eseguito dal Gruppo storico Pietro Micca
ore 17.30 | Cerimonia della firma del Registro regionale dei Gruppi storici
Per partecipare alle singole iniziative occorrerà prenotarsi mandando una mail a partecipa.eventi@cr.piemonte.it