di Milo Julini

A Chambéry, venerdì 19 maggio 1826, alle ore 11:30 del mattino viene giustiziato Jean-Louis Bompard, notaio di 45 anni. Questa esecuzione conclude un clamoroso caso criminale che ha avuto grande risonanza nella città perché è coinvolto un notabile, autore di un orribile misfatto.

Veduta d’assieme di Place St-Léger

Il notaio viveva da lungo tempo in pessimi rapporti con la moglie Claudine senza che fosse mai emerso nell’opinione pubblica che lei ne avesse dato motivo. Domenica 25 settembre 1825, Bompard ha un terribile alterco con la donna. Viene visto mentre lascia la sua casa per andare ad acquistare delle bevande alcoliche da un farmacista, torna a  casa e poi esce poco dopo per andare ad un appuntamento professionale.

Il terrificante spettacolo della passeggiata dell’impiccato (A. Gex): i Penitenti Neri, confraternita della Misericordia di Chambéry, istituita dal 29 maggio 1594 per l’assistenza ai condannati a morte (da Vieux Chambéry 1972).

Durante la sua assenza, si è diffusa la voce che sua moglie è stata assassinata e così la polizia si reca subito alla casa dei Bompard. Si trova il cadavere della disgraziata interamente mutilato. Alcune forti contusioni alla testa indicano che era stata stordita ma, il colmo dell’orrore, è che l’assassino – pensando di cancellare le tracce dei colpi – ha fatto bollire la testa in una pentola.

Per azione dell’acqua bollente, i denti e i capelli sono rimasti al fondo del recipiente!

Le bevande alcoliche comprate dal farmacista sono trovate su di un tavolo vicino al cadavere. La polizia sequestra la camicia e la giacca, che il notaio indossava al mattino, macchiati da una sostanza grassa simile a quella contenuta nella pentola.

Scorcio della vecchia Chambéry, da una cartolina d’epoca

Bompard è arrestato e messo in carcere.

In città si attendono con ansia i risultati delle indagini su questo orribile caso.

Il clima cittadino emerge non dai giornali locali, visto che nel regno di Sardegna la stampa è sottoposta a rigorosa censura e ignora la cronaca nera, ma dal quotidiano parigino “Journal des débats” del 4 ottobre 1825, che riporta una corrispondenza da Chambéry, datata 26 settembre.

A proposito di questo delitto, si dice che «Un avvenimento terribile ha stupito tutti gli abitanti della città. Pochi crimini presentano, grazie al cielo,  circostanze così atroci come quello di cui siamo stati testimoni: l’immaginazione li respinge e si arrende a mala pena all’evidenza».

Veduta del Castello di Chambéry e della sua Cappella, dal lato della Città (1820)

Il corrispondente di Chambéry scrive poi che il padre dell’accusato è morto di morte violenta e che ora la voce pubblica indica il figlio come responsabile di questo omicidio, anche se lui non vuole sbilanciarsi in giudizi di colpevolezza, nell’attesa delle decisioni dei giudici.

Condannato a morte dal Senato di Savoia, con sentenza del 18 maggio 1826, Jean-Louis Bompard è giustiziato già il giorno seguente!