di: Milo Julini
Giuseppe Alessandro Giustina, noto come Ausonio Liberi, presenta qualche analogia con Cesare Lombroso. Come Lombroso, è nato a Verona, ma ha vissuto a Torino, diventando torinese d’adozione, occupandosi di crimini e di criminali. A differenza di Lombroso, che continua ad essere ricordato – sia pure come soggetto di critiche e di polemiche – Giuseppe Alessandro Giustina è stato quasi del tutto dimenticato, anche se nella sua breve vita ha avuto una certa notorietà, non soltanto a Torino.
Giustina nasce a Verona nel 1860. Frequenta, come alunno interno, il ginnasio dei Salesiani di Lanzo Torinese e di Varazze. A Torino studia alla Facoltà di Giurisprudenza. Benché allievo di Don Bosco, abbraccia idee anticlericali, mazziniane, con simpatie repubblicane. Alberto Viriglio, in “Torino e i Torinesi”, scrive che Giustina comincia a scrivere nella “Bandiera dello Studente” di Luigi Onetti e nello “Studente” del dottor Piovano, «guadagnando una espulsione dai Corsi Universitari».
Luigi Onetti, originario di Lu Monferrato, avvocato, proprietario della Tipografia della Bandiera dello Studente, in Borgo Nuovo, è un giovane benestante, amante della bella vita, contestatore per temperamento e fondatore de “Il Ficcanaso”, quotidiano satirico torinese, repubblicano e mazziniano (dal 1868 al 1876).
Giustina si laurea in legge ma non esercita la professione di avvocato. Nel giornalismo, diviene noto con lo pseudonimo di Ausonio Liberi. Collabora con vari giornali, ormai dimenticati, animati da personaggi “desaparecidos”, citati da Viriglio.
Nel 1877 inizia la pubblicazione a Torino della “Gazzetta dei Tribunali”, vero periodico popolare giudiziario, illustrato con incisioni.

Quella della “Gazzetta dei Tribunali” – e della successiva creatura di Liberi, la “Cronaca dei Tribunali” – è una storia tormentata che possiamo solo in parte ricostruire sulla base delle notizie che periodicamente compaiono sulla “Gazzetta Piemontese”, visto che di questi giornali rimangono pochissime copie nelle biblioteche pubbliche torinesi.
La “Gazzetta dei Tribunali” nasce a Torino l’8 dicembre 1877, pubblicata dalla Tipografia Baglione. Già il 15 marzo 1878 si annuncia che Liberi si stacca dalla ditta Baglione per fondare un suo periodico dal titolo analogo, la “Cronaca dei Tribunali. Rivista giudiziaria torinese”, settimanale stampato dalla tipografia G. Candeletti. Il primo numero esce il 16 marzo 1878.
La decisione dà luogo a qualche polemica col tipografo Baglione per la continuazione del romanzo a puntate “I misteri di Torino”, essendo iniziata la pubblicazione sulla “Gazzetta dei Tribunali”. Liberi intende proseguirlo sul suo giornale e accusa Baglione di pubblicarne una continuazione apocrifa.

Scrive Viriglio che al momento della nascita della “Gazzetta dei Tribunali”, si svolgevano in Italia due clamorosi processi. A Napoli, quello di Daniele Salvatore, che aveva squartato una donna, certa Gazzarro, e ne aveva spedito i resti a Roma in un baule. Il secondo si svolgeva a Torino, dal 27 luglio 1877: l’imputata era Luigia Sola Trossarello, accusata di essere la mandante dell’uccisione del suo ex amante, Francesco Gariglio, avvenuta l’anno precedente in via Artisti, dove Gariglio possedeva una fabbrica di cioccolato in società con Moriondo.
Viriglio parla, forse confondendo le due testate, di “Gazzetta dei Tribunali”, anziché di “Cronaca dei Tribunali” quando scrive che ha un buon successo popolare, in particolare per le combattive polemiche sollevate in occasione del Processo della Polizia che coinvolge appartenenti al Corpo delle Guardie Municipali torinesi e dal quale emergono iniquità, corruzione e prevaricazioni di questa istituzione.
La “Gazzetta dei Tribunali” continua a vivere in parallelo con la “Cronaca”, fino al marzo del 1879, quando cessa le pubblicazioni.
Da questo momento, non si registrano più notizie clamorose della “Cronaca dei Tribunali”, fino al 18 dicembre 1886, quando appare la notizia che Ausonio Liberi lascia la sua direzione perché chiamato ad altri imprecisati impegni.
Malgrado l’abbandono del suo direttore, la “Cronaca dei Tribunali” prosegue le pubblicazioni, ma questi, a quanto pare, continua la collaborazione e ne riprende presto la direzione. Nel 1890, sul finire del mese di novembre, è annunciato che la tipografia Candeletti ha deciso di sospendere la “Cronaca dei Tribunali”.
Liberi intraprende per conto suo la pubblicazione di un nuovo periodico, che riprende il nome di “Gazzetta dei Tribunali”. Di questo nuovo giornale mancano informazioni: si può ritenere che sia sopravvissuto fino alla precoce morte di Ausonio Liberi, avvenuta a Torino il 6 aprile 1915, all’Ospedale Martini, dove era stato ricoverato da qualche tempo poiché colpito da emiplegia.
Alla “Cronaca dei Tribunali”, dal 16 ottobre 1879, Liberi affianca un nuovo periodico intitolato “Romanziere Popolare”, stampato dalla Tipografia Camilla e Bertolero. Esce il giovedì e la domenica, e contiene incisioni di artisti e ritratti degli uomini più eminenti del Piemonte, bibliografia, notizie letterarie, articoli di letteratura e quant’altro. Pubblica romanzi illustrati a puntate, stampati in modo tale che i fascicoli possano essere staccati e rilegati per formare volumi separati. Editore è l’edicolante Fino di piazza Carlo Alberto.
È del 1880 il numero unico “Turin-Couni”, Album umoristico della stampa di Torino e di Cuneo, stampato a Torino dalla tipografia G. Candeletti. Esce il 28 marzo 1880 e contiene in ristampa il numero del 28 marzo 1880 dei vari giornali di Torino e di Cuneo.
Nel 1882, Ausonio Liberi fonda, o partecipa alla fondazione, un periodico torinese intitolato “Gesù Cristo. Grido popolare anticlericale”, stampato da G. Candeletti. Il primo numero è dell’8 ottobre 1882 ed appare fino al 1884.
Nel 1886 Liberi pubblica un numero unico che fa la parodia del giornale intitolato “La penna d’oro”, edito a Lugano da Pietro Sbarbaro, deputato al Parlamento nazionale, col sottotitolo “Effemeride di scienze sociali, politica, letteratura, belle arti e ostetricia”. Liberi pubblica “Il calamaio di Sbarbaro”, indicato come “giornale politico, scientifico, religioso civile, letterario ostetrico, ortopedico alpinista” (3 gennaio 1886, sempre per la Tipografia G. Candeletti).
(fine della prima parte – continua)