di Paolo Barosso

Storia e mito si fondono nell’evento che l’Associazione Terre dei Savoia si appresta ad inaugurare a Savigliano nel seicentesco Palazzo Taffini d’Acceglio, sontuosa dimora nobiliare tra le più rappresentative degli antichi fasti cittadini insieme con il vicino Palazzo Muratori Cravetta.

Palazzo Taffini d’Acceglio – cortile d’onore (foto di Paolo Barosso)

Venerdì 21 aprile, alle ore 18, le porte dell’edificio, che già è sede del MÚSES Accademia Europea delle Essenze, si apriranno per dare luce al nuovo allestimento della “Sala degli Dei” dedicato a “Enea e gli Etruschi”, nel quale mito e storia, arte e tradizione si intrecciano in modo virtuoso, generando emozioni uniche ed irripetibili.

Curato nei suoi aspetti storici da Loredana De Robertis, l’appuntamento si avvale del sostegno della Cassa di Risparmio di Savigliano, proprietaria del palazzo, e del contributo delle Fondazioni bancarie Cassa di Risparmio di Torino, Cassa di Risparmio di Fossano e Cassa di Risparmio di Cuneo.

Quattro i temi individuati, attraverso i quali ripercorrere alcune tappe importanti della vita del palazzo e dei suoi protagonisti.

Si parte dagli affreschi “svelati”, ovvero i rilievi fotografici di otto dei dipinti originari del fregio della Sala, oggi non più accessibili poiché coperti dalle controsoffittature realizzate nel Settecento. Essi hanno al centro il mito di Enea, celebrato dal poeta Virgilio, la leggenda del popolo etrusco e l’antica storia della fondazione di Roma, inseriti in un racconto epico di virtù, nella quale i Duchi di Savoia ed i Taffini trovano identificazione e celebrazione.

Venere consegna le armi ad Enea – Justus van Egmont (1615-1674) – from Wikimedia Commons

Il racconto virgiliano della saga di Enea, – spiega la curatrice storica Loredana De Robertis – il mitico fondatore della stirpe romana, con a fianco gli alleati etruschi, e gli exempla liviani di virtù dei personaggi eroici della storia romana si intrecciano nella celebrazione di un nuovo eroismo: quello di Casa Savoia e della famiglia Taffini”. 

A rafforzare l’epopea dell’eroe troiano si aggiunge l’esposizione di reperti prestati da prestigiose istituzioni culturali di Piemonte, Toscana e Tuscia, fra cui i Musei Reali di Torino, il Museo Archeologico di Firenze, il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, la rete dei Musei della Maremma, il Museo Civico Archeologico Lavinium.

“Sono particolarmente lusingata – dichiara la curatrice scientifica Simona Rafanelli – di inaugurare questa mostra cammeo nello spazio “mitologico” di una sede di superba bellezza come Palazzo Taffini. E’ stato davvero stimolante progettare un simile percorso scoprendo una condivisione di simboli e di valori tra il mondo sabaudo del Seicento, la storia di Enea e delle origini di Roma, e il ruolo degli Etruschi in questa fantastica epopea”.

Grande arme di Savoia – Palazzo Taffini d’Acceglio (foto di Paolo Barosso)

Tra oggetti preziosi e raffinati monili spiccano la leggendaria spada di Enea, proveniente dalla tomba sottostante il tumulo dell’Heròon a lui dedicato, custodita nel Museo di Lavinium, e la clava bronzea di Ercole, esposta presso il Museo Civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia.

Sempre nella Sala degli Dei, ove regnano gli affreschi dedicati ai miti dei fiori e delle piante, simbolo di rinascita e di bellezza, si rende omaggio a due donne che nella storia hanno interpretato l’epoca dei fiori, dei profumi e dei giardini con le loro essenze: Caterina De’ Medici e Maria Cristina di Francia, detta “Madama Reale”. Quest’ultima, assurge ad emblema della storia di Palazzo Taffini , che frequentò assiduamente come sposa di Vittorio Amedeo I di Savoia, poi vedova ed infine reggente del Ducato sabaudo.

Nel nuovo allestimento queste due donne diventano i personaggi centrali per l’accoglienza dei visitatori. Caterina de’ Medici è rappresentata nell’abito regale delle nozze celebrate nel 1533 con Enrico II, futuro Re di Francia, quale la ritrae Jacopo Chimenti, detto l’Empoli, nel dipinto esposto agli Uffizi di Firenze. Maria Cristina di Francia è invece replicata ancora fanciulla nel sontuoso abito seicentesco in cui la dipinge Frans Pourbus il Giovane intorno al 1612, opera conservata alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze.

A chiudere idealmente il percorso espositivo che si intreccia in modo virtuoso con la realtà del Múses, è presente l’Olfattorio DR. TAFFI, una teoria di ventiquattro vasi in vetro di Murano, ispirati agli arýballoi etruschi e progettati per esperienze sensoriali innovative.

Gli olfattori sono vere e proprie opere d’arte nate in una delle più antiche Vetrerie di Murano, dove sono stati soffiati a mano, uno ad uno, secondo la più nobile tradizione artigianale. In occasione del Múses è stata creata una collezione esclusiva, identificata da logo e numero progressivo, che svela le note base utilizzate dai profumieri di tutto il mondo.

Questo è un nuovo importante tassello – dichiara Antonio Miglio presidente di “Terre dei Savoia” – dell’ampia progettualità culturale che in questi anni la nostra Associazione ha messo in campo a favore del territorio. Stiamo dimostrando come un costante e attento lavoro di sistema possa portare buoni frutti. Grazie ai Fondi europei e al sostegno delle Fondazioni bancarie abbiamo oggi al nostro attivo realtà di alto profilo, come la Bottega Reale al Castello di Racconigi e il Múses a Savigliano. Il nuovo allestimento della Sala degli Dei va dunque a rafforzare quel ruolo di eccellenza che Palazzo Taffini ha già acquisito con la realizzazione al suo interno del Múses – Accademia Europea delle Essenze”. 

La visita del nuovo allestimento sarà anche l’occasione per ammirare lo splendido edificio seicentesco, incastonato nel quartiere dei nobili di Savigliano, di cui è tra le dimore più rappresentative accanto al vicino Palazzo Muratori Cravetta. Il complesso, costituito da due corpi di fabbrica organizzati attorno ad un maestoso cortile interno a triplice ordine di gallerie a sei arcate, venne concepito come residenza di famiglia da Camillo Taffini, al tempo governatore di Torino, che già nel primo Seicento cominciò ad acquistare lotti di terreno rivolgendosi per la progettazione all’architetto ducale Ercole Negri di Sanfront.

Salone d’onore – la battaglia di Tornavento presso Varese raffigurata sulla parete sud – foto di Paolo Barosso

Gli ambiziosi lavori vennero proseguiti dal figlio, Giusto Aurelio Taffini, governatore di Savigliano dal 1643, con il supporto di maestranze locali e portarono alla realizzazione di una dimora che, per l’imponenza e la sontuosità degli ambienti interni, apparve senz’altro all’altezza del prestigio acquisito dalla famiglia Taffini (che acquisì nel corso del Seicento il titolo comitale con il feudo di Acceglio) grazie ai servigi resi ai duchi di Savoia ricoprendo importanti incarichi alla corte di Torino.

L’interno, sviluppato secondo il tipico modello del palazzo aristocratico piemontese del Seicento (androne, scalone d’onore, galleria, salone d’onore), conserva ambienti con affreschi e decorazioni, tra cui spicca il Salone d’onore, restaurato nel 2004, provvisto di un grandioso ciclo pittorico di discussa attribuzione (l’originaria paternità di Giovanni Antonio Molineri, oggi negata per discordanza di date, è stata ricondotta ad artisti legati comunque alla scuola saviglianese, Jean Claret e il fossanese Giovenale Boetto) in cui appaiono come protagoniste le gesta militari del duca Vittorio Amedeo I di Savoia, esaltate attraverso la rappresentazione su finti arazzi della serie di battaglie combattute tra il 1617 e il 1637, e le glorie della famiglia Taffini.

Il duca Vittorio Amedeo I raffigurato in primo piano nella battaglia di Mombaldone (1637) su un bianco destriero e accanto a fidi ufficiali – foto di Paolo Barosso