di Paolo Barosso
Fondato nel 1236 come borgo nuovo per iniziativa di una lega di nobili minori e comunità del territorio in funzione anti-astigiana, l’importante centro di Fossano, dopo aver vissuto a fasi alterne il dominio saluzzese e angioino, passò nel 1314 sotto i Savoia-Acaia, che ne mantennero il controllo fino all’estinzione del casato, avvenuta con la morte del principe Ludovico nel 1418.
Di seguito la città seguì le sorti degli Stati Sabaudi, raggiungendo il culmine della prosperità, anche sotto il profilo urbanistico e architettonico, tra il Seicento e il Settecento. Oggi è città dall’economia fiorente, legata principalmente al settore industriale dolciario, alla lavorazione artigianale del ferro battuto e all’allevamento della Razza Bovina Piemontese.
Al periodo dei Savoia-Acaja risale la possente fortezza, uno dei castelli più famosi del Piemonte, a pianta quadrata, con quattro torri angolari curiosamente ruotate di 45 gradi rispetto alla cortina muraria. L’accorgimento appare motivato da esigenze tattiche, legate alla migliore protezione dello spigolo, ma alcuni studiosi, alla ricerca di risposte alla singolarità della costruzione rispetto alle tipologie diffuse nella zona, hanno ipotizzato influenze di modelli angioini ravvisando anche somiglianze con soluzioni architettoniche sperimentate nello stesso periodo in Francia, come la Bastiglia parigina.
Impossibile, a nostro giudizio, non notare assonanze, nella regolarità planimetrica e nelle torri angolari (rotonde, però, e non quadrate coma Fossano), con il castello di Ivrea, di poco più tardo (1358) e dovuto al ramo principale dei conti di Savoia (Amedeo VI), che, a sua volta, potrebbe rivelare affinità con il cosiddetto “carré savoyard” (quadrato savoiardo), tipologia di castello quadrangolare con quattro torri cilindriche ai lati in uso nella provincia sabauda del Vaud (oggi cantone svizzero) a partire dal XIII secolo.

Trasformata successivamente in residenza principesca provvista di cortile interno a loggiato e saloni affrescati, con l’intervento del celebre Jan Kraeck (italianizzato in Giovanni Carracha, Caraca o Caraqua, o anche in altri modi a seconda delle fonti), artista olandese, autore di alcune decorazioni a grottesca tuttora visibili (nella Sala delle Grottesche), l’antica fortezza degli Acaia accolse tra le sue mura diversi esponenti di casa Savoia, che vi soggiornarono per periodi più o meno lunghi, tra cui Bona di Savoia, vedova di Galeazzo Maria Sforza (nel primo Cinquecento), Carlo Emanuele I e la consorte Caterina Micaela di Asburgo-Spagna (1585) e la prima Madama Reale, Cristina di Francia (metà del Seicento).
Di interesse ambientale e urbanistico la porticata Via Maestra (oggi Via Roma), che attraversa il nucleo antico di Fossano, animata da numerosi negozi e caffè storici e costeggiata da importanti edifici, tra cui il seicentesco Palazzo Daviso di Charvensod (o dei conti Bava di San Paolo); il maestoso Palazzo Santa Giulia, rivisto in chiave neo-gotica nell’Ottocento; il Palazzo Alessi di Canosio o “del Comandante” (oggi sede della Cassa di Risparmio di Fossano), con struttura settecentesca e pregevoli lavori artistici all’interno (tra cui due dipinti di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone); il Palazzo Comunale, con facciata in cotto progettata dal Quarini.
Al periodo settecentesco appartengono significativi esempi di architettura religiosa: l’imponente cattedrale di Santa Maria e San Giovenale, con maestosa facciata di stampo neoclassico, edificata negli ultimi decenni del Settecento su disegno di Mario Ludovico Quarini che lasciò, come testimonianza della precedente costruzione medievale (XIII/XIV secolo), il massiccio campanile di inizio Quattrocento, sormontato da cuspide ottagonale aggiunta da Giovenale Boetto nel Seicento (all’interno notevole quadreria seicentesca del fiammingo Claret e una testa reliquiario di San Giovenale, patrono di Fossano); la chiesa della Confraternita della Ss. Trinità o dei Battuti Rossi, progettata dal monregalese Francesco Gallo (1730), internamente decorata da Michele Antonio Milocco, dai fratelli Pozzo e dal Dallamano; la chiesa conventuale di San Filippo Neri, eretta all’inizio del Settecento sull’area di un precedente edificio di Giovenale Boetto, caratterizzata all’interno dallo spettacolare effetto illusionistico delle pitture firmate dal Milocco e dai fratelli Pozzo.

Legato alla storia della diocesi fossanese, istituita nel 1592 e oggi accorpata a quella di Cuneo, è il Museo Diocesano, che ospita un ricco patrimonio, allestito in cinque sale espositive, composto da dipinti, sculture lignee (botteghe del Plura, del Nicola e dell’Andora), manufatti in argento e paramenti, di epoca compresa tra ‘600 e ‘700.
Tra le testimonianze architettoniche della Fossano medievale ricordiamo ancora il palazzo Tesauro di Meano, con impianto trecentesco e prospetto in mattoni faccia a vista, e nel cuore del Borgo Vecchio la più antica chiesa cittadina, dedicata a San Giorgio, primo patrono fossanese, originaria del XIII secolo, ma più volte rimaneggiata, con facciata settecentesca e affreschi del XV secolo nel campanile.
Nei dintorni di Fossano, immerso nella campagna, sorge infine il santuario di Cussanio, detto “della Madonna della Divina Provvidenza”, meta di pellegrinaggi, edificato nel Seicento dall’architetto fossanese Giovenale Boetto e da Alessandro Thesauro sul luogo di due apparizioni mariane avvenute nella prima metà del Cinquecento. Ornato di tele del pittore fiammingo Giovanni Claret e affreschi del torinese Claudio Francesco Beaumont, venne riplasmato nel corso dell’Ottocento, dopo i danni dovuti al periodo rivoluzionario, con la costruzione della facciata granitica e dell’ardita cupola.