di Paolo Barosso
Il Salone del Gusto, in programma a Torino dal 22 al 26 settembre, sarà anche l’occasione per dibattere di tutela e valorizzazione delle produzioni alimentari tipiche del Piemonte, viste in un quadro più ampio di difesa e promozione del territorio con la sua biodiversità.
Nel vasto campionario di tipicità gastronomiche di cui si fa vanto il nostro Piemonte, s’inseriscono senz’altro a pieno titolo i celebri NOCCIOLINI DI CHIVASSO, che nascono in un’area, il Chivassese, oggi inserita nella Riserva di Biosfera CollinaPo, tutelata dall’Unesco e comprensiva di 85 comuni i cui territori sono dislocati lungo il corso del fiume Po e di sette suoi affluenti, tra piane agricole, lidi ghiaiosi, zone umide, laghi naturali e di cava, lanche, boschi ripariali e colline, per un ammontare complessivo di circa 120 Km di fiume e 1700 Kmq di superficie.
La forma di tutela connessa alla Riserva di Biosfera è legata ai valori e obiettivi del programma Urban Mab UNESCO, che evidenzia la necessità di coniugare protezione ambientale e difesa delle pratiche antropiche tradizionali del territorio, in ambito culturale, agricolo, artigianale, economico. Su queste premesse poggia l’attività di promozione delle produzioni alimentari tipiche del territorio, di cui si fa carico il Parco regionale del Po e Collina Torinese e che rientrano nel quadro del marchio di marketing territoriale CollinaPo.
In questo contesto s’inseriscono anche i nostri Nocciolini, la cui produzione è inscindibilmente connessa con il territorio da cui prendono forma e con la città che ne ha visto i natali, Chivasso.
Creati verso il 1810 dal pasticcere Giovanni Podio, vennero lanciati su vasta scala dal genero, Ernesto Nazzaro, che divenne fornitore della Real Casa al tempo di Vittorio Emanuele III. In origine chiamati NOASETTI (dal termine francese NOISETTES che designa l’ingrediente principale, le nocciole Piemonte), questi tipici dolcetti vennero ribattezzati all’italiana negli anni Trenta, con l’avvento del fascismo, ma, nonostante i cambiamenti onomastici imposti dalle ideologie, conservano ancor oggi la lavorazione artigianale di un tempo, basata sulla formazione di un impasto a base di nocciole Piemonte tostate e macinate, zucchero e albume, successivamente inserito dentro uno speciale macchinario che ne distribuisce una giusta quantità (in forma di bottoncini) sulle lastre di cottura.

Una volta raffreddati i nocciolini vengono confezionati nei caratteristici sacchettini di colore rosa o celeste su cui, nel caso della Dolciaria Fontana, si trova raffigurata, in forma stilizzata, la sagoma goticheggiante della facciata del Duomo (in realtà chiesa Collegiata) di Chivasso, con i suoi decori, le sue formelle in cotto piemontese del tardo Quattrocento e le 24 grandi figure (12 profeti e 12 apostoli) che incorniciano il portale. L’altro celebre produttore è Bonfante che, fedele alla ricetta tradizionale, li vende negli storici e bellissimi locali della ex pasticceria Piatti, rilevata nel 1922 da Luigi Bonfante, oggi inserita tra i locali storici del Piemonte per l’arredo in stile Liberty e la boiserie in noce piemontese.
Ricordiamo, per chi fosse interessato, che l’incontro sul tema “Tipicità e prodotti territoriali nell’Urban Mab UNESCO: tra pianure agricole, colline, fiumi e laghi di CollinaPo” avrà luogo giovedì 22 settembre al Castello del Valentino con inizio alle ore 16.